Bio

Biography

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Orazio   Saracino

(ENG) Orazio Saracino is a composer, music producer and pianist with classical and jazz background studies.

Over the past years, he has composed original music for films, documentaries and commercials. Some of the works of which he is particularly proud of include the feature film “Mundije” by the director Fatmir Bardhoci (starring Eric Roberts and George Lazenby), the feature film “Tortu” by the director Christopher Clarke, “Vietato l’ingresso”, a documentary created for Teatro degli Arcimboldi (Milan).

Furthermore, he is a registered composer on Sky Italy’s roster. He has composed the new theme song for “Basket Room” on Sky Sport, the background music for the TV show “Federico Buffa Talks” and the title track of the TV format “Il Buco Nero” on Sky TG24.

He recently won the first price in the “Best Music in Short Film” section of the Bridge Fest of Vancouver, with the original soundtrack composed for the Canadian short film “Rage”.

He attended the Conservatory of Bari, where he studied classical composition and majored in classical and jazz piano. After which, he did a Music Composition master’s degree course in Film, Television and Commercials.

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(ITA) Orazio Saracino è un compositore, pianista e arrangiatore che fa della versatilità il suo punto di forza, scrivendo musica strumentale e canzoni originali in stili e generi molto diversi tra loro.

Ha composto le musiche originali per film, documentari e spot pubblicitari, non ultimo per il lungometraggio “Mundije” del regista Fatmir Bardhoci (starring Eric Roberts e George Lazenby), il lungometraggio “Tortu” del regista inglese Christopher Clarke, il documentario “Vietato l’ingresso” commissionato dal Teatro degli Arcimboldi di Milano.

In ambito televisivo, è inserito nel roster dei compositori che collaborano con Sky Italia alla realizzazione di musiche originali per programmi televisivi e documentari, tra cui la sigla ed il jingle di “Basket Room” (Sky Sport), le musiche di background per il format “Federico Buffa Talks” e la sigla della rubrica di Sky TG24 “Il Buco Nero”.

Si segnala la recente vittoria del premio “Best Music in Short Film” al Bridge Fest di Vancouver, per le musiche composte per il cortometraggio canadese “Rage”.

Conclusi gli studi accademici presso i Conservatori di Bari e Monopoli (pianoforte classico e jazz, composizione), ha conseguito un master post-universitario in Composizione di musica per film, spot e documentari presso l’ente di formazione Adsum, accreditato MIUR.

 

(Intervista di Alceste Ayroldi)

Orazio, inizierei dal titolo del tuo album «Vivere Piano». E’ il concept del tuo lavoro?

Esattamente. Oltre a definirne il concept, «Vivere Piano» rappresenta una filosofia di vita che mi rispecchia, approccio calmo alla quotidianità in contrapposizione con il ritmo frenetico che la società moderna ci impone. Con l’auspicio che dall’esperienza della pandemia possa scaturire la conseguenza virtuosa di un rallentamento generale del mondo: lo dobbiamo a noi stessi, e al pianeta che abitiamo. Nel disco ho provato a tradurre in musica questo semplice concetto, ma che ai più sembra sfuggire, specie in occidente.

Ti sei occupato sia delle musiche, che dei testi che sono tutti in lingua italiana. Un aspetto piuttosto inconsueto, visto che spesso i testi nei brani di jazz sono in inglese. Sei partito dalle liriche o dalla musica?

Ho sempre ritrovato nella lingua italiana un grande potenziale sia in termini di metrica che di cantabilità, tali da poterla abbinare anche a stili musicali tipicamente associati ad altre lingue, tra cui il jazz. Nel processo creativo parto generalmente dalle liriche, sebbene la scrittura dei versi proceda spesso in parallelo con l’elaborazione delle prime idee musicali. 

Nel titolo un doppio significato. Vivere piano, infatti, è il secondo e nuovo lavoro discografico del 35enne pianista e compositore, ma anche ingegnere ambientale, di Giovinazzo Orazio Saracino.
Un titolo in cui l’artista sottolinea la sua passione per il pianoforte, ma che diventa anche una sorta di inno alla lentezza. «La mia disposizione d’animo mi porta ad essere calmo, tranquillo: la lentezza è insita in me – spiega Saracino-. Poi, con l’esperienza del lockdown, mi sono convinto ancora di più sulla qualità di un approccio verso questo modo di affrontare la vita. Sarà una visione utopistica, ma immagino una società post- Covid in cui si possano riscrivere le regole applicando i dettami della lentezza per non tornare alla frenesia della società occidentale a cui siamo abituati. Lasciamo la possibilità di cogliere la profondità delle cose, dell’attimo e i piccoli dettagli della vita che sono molto importanti». 

In questi giorni di emergenza Coronavirus le domande dei bambini disegnano il perimetro del mondo e, insieme, il senso della vita. Proprio i loro mille interrogativi sono al centro di una vecchia e popolare canzone francese di Guillaume Aldebert, ‘La vie c’est quoi?’, dialogo tra padre e figlia, che il musicista barese Orazio Saracino ha tradotto e riarrangiato facendola diventare ‘La vita cos’è’. Con le illustrazioni animate di Lucia Chianura, la voce di Mizio Vilardi, il mixaggio di Alex Grasso e il fondamentale contributo del piccolo Dario, il risultato in un video che è come una carezza

Un jazzman reprend en italien « La vie c’est quoi ? » d’Aldebert : bellissimo !
Pianiste de jazz italien, Orazio Saracino vient de publier une magnifique reprise de l’œuvre du chanteur bisontin, dialogue émouvant entre un père et sa fille.

Et si « La vie c’est quoi ? », le beau et très émouvant titre d’Aldebert , devenait la chanson du confinement ? Une chanson sous la forme d’un dialogue entre une fillette et son père, pleine de sagesse et d’espoir, se prêtant à merveille aux questions essentielles qu’il nous arrive de nous poser en ces temps étranges et difficiles.

Une chanson qui vient de traverser la frontière pour gagner un pays confronté aux mêmes jours sombres que les nôtres, peut-être pour les illuminer un peu. En Italie, le pianiste de jazz Orazio Saracino vient en effet de publier sa version traduite et chantée dans sa langue maternelle, « La vita cos’è ».